10mila like per l’accredito al Salone del Libro 2024: riflessione sulla validità dei criteri numerici

Vorrei condividere con voi un mio pensiero riguardante i criteri di accredito al Salone del Libro di Torino 2024, la fiera dell’editoria più importante d’Italia, che negli anni ha visto crescere la sua importanza nel mondo dei bookblogger. E viceversa.

Nel 2023, quando ancora a dirigerlo era Nicola LaGioia, il Salone ha introdotto criteri più stringenti per gli accrediti, richiedendo che i blog fossero attivi nell’anno in corso e che le pagine social avessero almeno 1000 follower/like. Un passo avanti verso una selezione più accurata, che ha trovato il consenso di molti.
Tuttavia, nel 2024, con il subentro di Annalena Benini alla direzione, è arrivato un ulteriore aggiornamento: ora sono richiesti ben 5mila follower su Instagram e Facebook, e oltre 10mila like su TikTok (like, non follower; non chiedetemi la differenza).

A questo punto viene da chiedersi: quanto questi criteri puramente numerici sono davvero indicativi dell’effettiva attività e influenza di un blogger?

Il mondo letterario è per sua stessa natura legato alla qualità delle parole, alla profondità delle idee e all’impatto emotivo che le storie possono suscitare nella nostra vita. Riconoscere l’importanza dei numeri è fondamentale, ma in un contesto simile non si può prescindere dai contenuti. C’è persino chi aveva già presentato la propria richiesta rispettando i requisiti dell’anno scorso, e si è trovato escluso a causa delle nuove regole retroattive, redatte e pubblicate quando ormai il form per l’accreditamento era disponibile sul sito da giorni.
Appare ovvio che i beneficiari del tanto sospirato accredito saranno in numero minore rispetto agli anni precedenti, e – a pensare male si fa peccato ma qualche volta si ha ragione – sembrerebbe che alla direzione del Salone del Libro non bastino gli introiti derivati dai visitatori (l’anno scorso oltre 215mila) e dagli affitti degli spazi da parte degli espositori.

Certo, la visibilità è cruciale, ma la qualità non dovrebbe essere meno importante. 

Il valore che la partecipazione di un comunicatore di libri aggiunge alla fiera non dovrebbe essere desunto solo dal numero di follower (che, è noto si possano comprare), ma anche dalla competenza, dalla conoscenza del settore e dalla capacità di comunicare in modo autentico. Senza contare la necessità intrinseca nel suo mestiere di essere costantemente aggiornato su novità editoriali, avendo o non avendo un determinato numero di follower. 

A voler essere idealisti si potrebbe citare il Manifesto Unesco sulle Biblioteche pubbliche quando dice che: 

la partecipazione costruttiva e lo sviluppo della democrazia dipendono da un’istruzione soddisfacente, così come da un accesso libero e senza limitazioni alla conoscenza, al pensiero, alla cultura e all’informazione. Agenti indispensabili per promuovere la pace e il benessere spirituale delle menti di uomini e donne.

Ora, è chiaro che come tutte le fiere alla base del Salone c’è il business, il tornaconto. Ma in questo caso, parlando di libri, forse, in minima parte, dovrebbe trovare parte anche la cultura. La crescita dell’individuo per lo sviluppo della società. Libri, sapete.

In conclusione, mentre si apprezza la volontà del Salone del Libro di Torino di elevare gli standard, è doveroso porre domande sulle modalità di selezione. La riflessione dovrebbe andare oltre i numeri, abbracciando la vera essenza di ciò che significa essere un appassionato comunicatore di libri.

#SaloneDelLibro2024 #BookBlogger #LinkedInThoughts

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