La guida definitiva alla scrittura dei dialoghi.
Che cosa si nasconde dietro al dialogo e alla sua costruzione. Come costruirne uno di valore. McKee sostiene che i grandi dialoghi sono quelli che mentre li ascolti credi di conoscere il personaggio meglio di quanto lui stesso non si conosca. La magia del dialogo, l’intuizione. E si analizzano le intenzioni non dette, il sotto testo, l’indicibile. Tutto un substrato a cui non si fa caso, quando si scrive un dialogo, e che invece ha importanza vitale. Perché è questo che infonde la vita ai personaggi e rende gli scambi credibili. È solo in presenza di tutto questo che ci sentiamo davvero davanti a persone reali, in carne ed ossa.
A sostenere la già ottima spiegazione portata con stile aggraziato e scorrevole, c’è un’encomiabile traduzione di Paolo Restuccia, attentissimo a restituire ogni particella del libro e sensibile nel conservare alcune parti in lingua originale, per facilitare la comprensione, da parte del lettore, delle indicazioni di McKee su sintassi e costruzione delle frasi.
Per gli appassionati di scrittura Dialoghi. L’arte di far parlare i personaggi nei film, in tv, nei romanzi, a teatro è una miniera d’oro, ma lo è anche per chi vuole andare oltre la superficie delle cose e comprendere ciò con cui ha, come chiunque altro, a che fare quotidianamente.
C’è un problema, però. Terminato il libro non ascolterete o leggerete più i dialoghi come facevate prima. Cercherete di andare oltre, sotto la superficie.
E non è detto che sia un male.
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“Dialoghi”, di Robert McKee | Recensione

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