Era il 2000 quando Valeria ha intrapreso la sua avventura presso Libropoli, libreria indipendente a San Giuliano Milanese (Milano Sud). Come ogni avventura, anche la sua è piena di insidie, peripezie e sfide quotidiane. È oggi con noi per raccontarcela.
Innanzitutto, come nasce quest’avventura?
La libreria è stata fondata nel 1989 dal precedente proprietario e socio, andato in pensione nel gennaio 2019.
Era il 2000, ai tempi dell’università, e avevo bisogno di un lavoro estivo. Ho iniziato a lavorare a Libropoli come stagionale, e così ci ho lavorato per quattro anni. Poi, nel dicembre del 2004, mi sono fatta un regalo di Natale: sono diventata socia!
Da cosa nasce il nome della vostra libreria?
Il nome è composto dalle parole “libro” e “polis”, in greco “città”: città del libro.
La ragione sociale è “la musica, le parole, le cose”, ovvero un luogo dove scambiare idee, pareri e trovare una diversità di proposte.
Cosa ti ha spinto a intraprendere questa coraggiosa e stimolante avventura?
Prima frequentavo l’università e avevo solo lavori temporanei, nulla di importante. Poi, lavorando in libreria come stagionale, mi sono innamorata di questo lavoro. Sono curiosa per natura e, nonostante non fossi una divoratrice di libri, mi sono lasciata sedurre dal mondo dei libri. Adoravo la dimensione umana di questo lavoro, il fatto di poter aiutare il cliente consigliando il libro giusto, diversificando e adattando il consiglio caso per caso.
Quando il vecchio socio mi ha proposto di entrare in società, le prime emozioni sono state la gioia di intraprendere una nuova impresa e, ovviamente, come in ogni viaggio che si rispetti, la paura del nuovo, di un futuro ancora da costruire. Ne ho parlato con i miei genitori, loro hanno da subito recepito il mio amore per questo lavoro e mi hanno spinto a gettarmi in quest’avventura.
Il problema più grande era l’impegno economico, che ho risolto accendendo un mutuo. Ho continuato a lavorare, come facevo ormai da un anno, cercando di rubare il più possibile da chi mi ha preceduto, cercando soprattutto un approccio con il cliente che mi permettesse di entrare in empatia, comprenderlo e capirne le esigenze specifiche. Sono stati giorni pieni, faticosi e incantevoli. Leggevo di tutto, dai libri per bambini ai saggi, dalla filosofia al giardinaggio, anche di argomenti che non erano fra i miei preferiti, proprio perché mi rendevo conto che dovevo essere in grado di fornire al cliente una proposta a 360 gradi e volevo farlo nel migliore dei modi.
Non è sempre stato facile.
All’inizio ero timida, impacciata, avevo il timore di non essere all’altezza della situazione. Poi, per fortuna, col passare del tempo, ho trovato la mia sicurezza, ed ero orgogliosa quando un cliente tornava soddisfatto a raccontarmi quanto bene gli avesse fatto il libro che gli avevo consigliato. Ce la stavo facendo, e lo facevo bene. Adesso i clienti sono contenti e io insieme a loro.
San Giuliano, il nostro territorio, risponde molto bene, anche perché ormai, dopo oltre trent’anni, siamo un’istituzione qui. Ed è un’emozione indescrivibile vedere i bambini di ieri tornare oggi, da adulti, a comprare libri da noi con i loro, di bambini.
Qualcuno dice: “È più comodo prenotare il libro su una piattaforma online e farmelo mandare a casa”. Al di là degli aspetti morali ed etici del discorso, cosa differenzia la vostra proposta da quella di Amazon, per esempio, o di un qualunque distributore online?
La nostra proposta è frutto di ricerca e non omologata a un mercato condizionato da grandi gruppi editoriali, e i nostri clienti apprezzano questa scelta. Rispetto ai distributori online noi siamo umani, diamo consigli, supporto e assistenza, cerchiamo di abbinare il giusto libro alla persona destinataria, qualcosa che si sposi con le sue preferenze e sia adatto a lei, come un vestito.
Quali sono le vostre iniziative future, i progetti in previsione?
Ovviamente presentazioni, con particolare attenzione a tematiche sociali (diversità di genere, violenza sulle donne, Resistenza e antifascismo). A dicembre ospiteremo Medici senza frontiere, per divulgare il loro operato. Molti sono anche gli incontri dedicati a bambini e ragazzi, come quello con un apicultore locale, quello in cui un esperto spiegherà loro come disegnare i manga, e naturalmente i pomeriggi di giochi e lettura.
Secondo i dati forniti dall’Aie (Associazione Italiana Editori), nel 2021 si è verificata una crescita del 16% del mercato del libro in Italia, il che sarebbe un dato confortante o, quanto meno, un segnale positivo che fa sperare in una ricrescita della lettura nel nostro Paese. Confermi questo trend, per quanto riguarda la vostra libreria?
Crescita del mercato del libro, purtroppo, non equivale ad aumenti di vendita nelle librerie. Molto in aumento è comunque il settore bambini, ma anche il settore che individua e indaga particolari disagi o difficoltà (dsa, dislessia, discalculia, difficoltà di apprendimento, disagio sociale, ansia e paure).
Credo che sia un dato molto importante e confortante, anche se sinceramente non credo molto a queste statistiche. Spesso, infatti, si basano solo su un dato forviante, ovvero sulle vendite che l’editore fa nei punti vendita (molto spesso con invii d’ufficio e forzati) ma NON conteggia i libri realmente acquistati dal cliente finale, portati a casa e letti!
Cosa diresti a un affezionato cliente da tastiera, per invogliarlo a farvi visita?
Poter scegliere un libro in un ambiente confortevole facendo due chiacchiere, poterlo toccare e annusare, confrontarsi e cercare nello scaffale più segreto della libreria il libro che ti sta aspettando non ha prezzo. Per tutto il resto c’è Amazon.
Che consiglio daresti a chi volesse aprire una libreria nella sua città?
Auguri! Scherzi a parte, è il tipo di lavoro che fai per passione e non per soldi.
Il negozio assorbe tutto il tuo tempo libero fisico e mentale. Il rapporto con i clienti non è sempre facile, devi avere pazienza ed essere lungimirante, non scoraggiarti e aver voglia di creare la libreria che ancora non esiste perché è la tua.
Più librerie si apriranno e più menti si apriranno!
Da libraia, cosa ne pensi del grande numero di pubblicazioni (nel 2021 più di 85mila libri) e come ti regoli nella scelta dei libri da acquistare e promuovere?
Troppe pubblicazioni confondono il mercato facendo emergere solo chi ha potere di visibilità. Io scelgo di tenere in libreria tutto quello che mi piace, di avere proposte per il maggior numero di argomenti, di seguire il consiglio dei clienti su alcune case editrici o autori. Tutto quello che si trova nelle grandi catene o nella grande distribuzione non mi interessa.
Un’ultima domanda che sembra fuori dal contesto, ma che ha una sua attinenza. Una celebre frase attribuita a Steinbeck è: “Non sono le persone a fare i viaggi, ma i viaggi a fare le persone”. È vero, i suoi viaggi dicono molto di una persona. Per quanto riguarda la tua esperienza, i tuoi viaggi, quali sono i luoghi in cui più ti sei ritrovata e perché?
I miei viaggi si concentrano molto in Africa nera, posti remoti, abbandonati e derubati dall’Occidente. Luoghi spogli e privi di surplus ma pieni di umanità, di rapporti umani.
In che misura questi viaggi influenzano le tue letture?
Direi tantissimo, una volta conosciuti i posti più remoti dell’Africa ho provato una voglia immensa di capire, imparare, di scoprire tutto quello che riguardava quella parte di mondo.
Così sono sempre alla ricerca di nuove pubblicazioni che sazino la mia fame di conoscenza; dall’antropologia, alla morfologia, alle tradizioni e contraddizioni che fanno del Paese africano quel continente così vasto e ancora così incompreso.
Siamo alla fine. Vuoi aggiungere qualcosa?
In generale vorrei solo fare una riflessione. Sono i piccoli negozi di vicinato che animano e tengono viva una città, un quartiere. I negozianti hanno cura della propria città, della via in cui lavorano e sono un punto di riferimento e di socialità; penalizzarli, solamente per comodità di acquisto, equivale a una chiusura alla vivibilità. Per tutti.
Grazie, Valeria, per il tuo tempo e la tua gentilezza. Non posso che condividere il tuo pensiero e schierarmi dalla parte delle librerie indipendenti. I miei migliori auguri a libraie e librai che temerari combattono ogni giorno contro i giganti del mercato editoriale, rendendo possibile e favorendo l’incontro dei lettori con autori nuovi o poco conosciuti che, pur di qualità, non trovano spazio nelle librerie di catena. Tenete duro, siamo con voi!