“Casino totale”, di Jean-Claude Izzo | Mini recensione

Un noir a tinte fosche nella Marsiglia sfiancata dalla delinquenza, dall’immigrazione massiva senza integrazione. Un poliziotto in crisi cerca giustizia per una ragazza stuprata e uccisa e, a mano a mano che ricompone la pista sulle orme dei colpevoli, incappa negli episodi della propria vita, e con essi – mai risolti – si trova a dovere rifare i conti. 
Una storia che si contorce, si ramifica, si ritorce su se stessa fino a diventare quel “casino” citato nel titolo. Un casino difficile da seguire, ma incantevole da leggere. 
Lo stile linguistico di Izzo è unico, la sua voce talmente unica che è in grado di influenzare chi, dopo averne letto uno suo, volesse scrivere un libro a sua volta. I periodi paratattici creano ritmi martellanti con frasi così scabre e asciutte da togliere il fiato.

Jean-Claude Izzo

E poi la ricerca dell’anima, nella radice profonda dell’umano inteso come essenza, come urgenza alla vita, la necessità di vivere, di esistere, giù negli abissi.
Izzo affonda in tutto questo senza la paura di sporcarsi le mani. Con lei, Marsiglia, sempre incombente all’orizzonte nella sua versione più cupa, ma ugualmente materna.

Marsiglia non è una città per turisti. Non c’è niente da vedere. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide. Qui, bisogna schierarsi. Appassionarsi. Essere per, essere contro. Essere, violentemente. Solo allora, ciò che c’è da vedere si lascia vedere. E allora è troppo tardi, si è già in pieno dramma. Un dramma atipico dove l’eroe è la morte. A Marsiglia, anche per perdere bisogna sapersi battere.

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