“Maigret nella casa dei fiamminghi”, di Georges Simenon | Mini Recensione

«Aprite la porta!»
Un soffio d’aria fresca entrò in quella atmosfera soffocante.


La scrittura di Simenon è un esempio magistrale di prosa al servizio della trama.
Uno degli errori più comuni negli scrittori incompiuti è dire tutto, specificare cose ovvie, magari aggiungendo orpelli di dubbio gusto. Qui è invece il dono della sintesi. Guardate lo stralcio qui sopra. Non si sa chi abbia aperto la finestra. Non ci interessa. Ciò che serve sapere al lettore per immergersi nella vicenda è che arriva il fresco a mitigare quella atmosfera soffocante. Lo senti sulla pelle, quel fresco. Il punto di vista – focalizzazione interna – di Maigret è rispettato. Lui urla aprite la porta, non gli interessa né sa, probabilmente, chi ha eseguito il suo ordine. Sente solo l’aria fresca arrivare, perché concentrato su altro.
Una trama lineare, fabula e intreccio scorrono paralleli. Lo stile pulito, scevro da innesti extradiegetici, personaggi ben costruiti, non raccontati ma che vivono, che appaiono ai nostri occhi nelle loro azioni e nei loro dialoghi. Prosa al servizio della trama, come da manuale, in un romanzo giallo che Simenon ha scritto (a suo dire) in un mese e mezzo. Che invidia.

4 pensieri riguardo ““Maigret nella casa dei fiamminghi”, di Georges Simenon | Mini Recensione

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